Fattori e
caratteristiche che possono influenzare la stampa offset e rotooffset
delle carte patinate: 1°PARTE
di
Nino Ciaglia
(9° Corso di Tecnologia per Tecnici Cartari edizione
2001/2002 Scuola Interregionale di Tecnologia per Tecnici Cartari; Via
Don G. Minzoni, 50 - 37138 Verona)
1
- Introduzione
1.1 -
Stampabilità della carta
2
- Macchinabilità
2.1 -
Impasto fibroso
2.2 -
Caratteristiche meccaniche
2.3 -
Resistenza allo strappo, abrasività e spolvero
superficiale
2.4 -
Planarità
2.5 -
Imbarcamento
2.6 -
Resistività Elettrica
SECONDA PARTE:
3
-
Inchiostrabilità
3.1 -
Liscio e voluminosità
3.2 -
Speratura
3.3 -
Assorbenza
3.4 -
Bagnabilità
3.5 -
Collatura
3.6 -
Alcalinità della patina
3.7 -
Doppio viso
3.8 -
Marezzatura
3.9 -
Righe di patina e sfiammature
3.10 -
Marcature di calandra
TERZA PARTE:
4
-
Evidenziabilità
d’immagine
4.1 -
Grado di bianco
4.2 -
Opacità e coefficiente di diffusione
4.3 -
Lucido
1.
Introduzione
1.1
Stampabilità della carta
I
fattori che determinano la qualità di uno stampato sono carta,
inchiostro, forma stampante e funzionamento della macchina da stampa nel
suo complesso.
Analizzare e porre nella giusta prospettiva i quattro parametri sopra
citati porterebbe l’efficienza di un processo di stampa ad un livello
qualitativo elevato.
Lasciando allo stampatore il controllo e le valutazioni delle relative
caratteristiche degli inchiostri, forme di stampa e macchine da stampa,
si vuole in questo elaborato considerare l’insieme delle caratteristiche
e fattori elementari della carta che influenzano la sua “potenziale”
idoneità ad essere adeguatamente stampata in un determinato processo di
stampa.
Con tale
impostazione la stampabilità di una carta dovrà essere correlata non ad
un particolare risultato di stampa effettivamente conseguito, cioè alla
qualità di stampa reale di uno stampato, ma al risultato di stampa
potenzialmente conseguibile nelle migliori condizioni pratiche, in base
alle caratteristiche intrinseche della carta sperimentalmente
determinabili.
La
stampabilità è quindi una proprietà potenziale, nel senso che si
concretizza, ai fini del conseguimento di una determinata qualità di
stampa, soltanto all’atto della stampa.
Le
valutazioni della stampabilità della carta ottenute da prove di
laboratorio possono quindi essere modificate da adeguate caratteristiche
o regolazioni dei fattori che contribuiscono a determinare insieme alla
carta la qualità di stampa di una produzione industriale.
Va
comunque precisato che la stampabilità di una carta non potrà mai essere
quantificata con un singolo valore numerico univoco ed assoluto, ma
attraverso un giudizio ragionato in base alla valutazione ed alle
successive interpretazioni dei risultati di misura delle caratteristiche
della carta ritenute più significative in relazione al processo di
stampa cui essa è destinata.
La valutazione della stampabilità di una
carta dovrà essere fatta in relazione ad un particolare processo di
stampa alla relativa tiratura ed ai risultati che si vogliono ottenere,
mettendo in evidenza tre differenti aspetti che possono caratterizzarla
in base alle singole caratteristiche di essa che influenzano le singole
fasi del processo e cioè la macchinabilità, l’inchiostrabilità
e l’evidenziabilità dell’immagine.
La
Macchinabilità
non è altro che la capacità fisico-meccanica che il
foglio o il nastro di carta deve avere per far si che durante il
processo di stampa non dia adito a difetti quali stampe fuori registro,
rotture, accartocciamenti, grinze, vescicazioni, strappi superficiali,
ecc.
L’Inchiostrabilità
è la capacità che la carta deve avere in relazione alla ricettività
dell’inchiostro ad essa trasferito dalla forma stampante.
Rappresenta cioè l’idoneità più o meno elevata a stabilizzare sulla sua
superficie in un tempo più breve possibile, e nel modo più omogeneo
l’inchiostro senza difetti di riproduzione.
Quindi
essenzialmente tale capacità è legata a caratteristiche superficiali
quali liscio, finitura superficiale come la patinatura e sua
composizione chimica, ma anche legato alla sua struttura più o meno
porosa, o più o meno assorbente, ecc.
L’Evidenziabilità
dell’immagine. I fattori della carta che possano influenzare tale
aspetto della stampabilità sono il grado di bianco, l’opacità e il
lucido.
Essi
anche se non influiscono direttamente sul corretto andamento del
processo di stampa caratterizzano il risultato qualitativo finale
principalmente dal punto di vista ottico. Infatti con valori alti delle
tre caratteristiche si conferisce all’immagine stampata nitidezza e
contrasto e si impediscono fenomeni di visibilità della stessa nel retro
del foglio.
Quanto
esposto si può riunire nel seguente schema:
2.
Macchinabilità
Passeremo ora ad elencare le diverse caratteristiche della carta con i
possibili difetti che influenzano l’uno o l’altro aspetto della
stampabilità sottolineando l’importanza che riveste l’uniformità e la
continuità che il foglio o il nastro di carta deve avere su tutto la sua
estensione.
La
macchinabilità non è altro che la capacità fisico-meccanica che il
foglio o il nastro di carta deve avere per far si che durante un
processo di stampa non dia adito a difetti quali stampe fuori registro,
rotture, accartocciamenti, grinze, vescicazioni, strappi superficiali,
ecc.
2.1
Impasto fibroso
La
natura dell’impasto fibroso, cioè i tipi e le relative percentuali dei
materiali utilizzati nella fabbricazione della carta è uno degli
elementi fondamentali che influisce direttamente ed indirettamente sui
tre fattori che determinano la stampabilità di una carta.
Le
materie prime sono: le cellulose di conifere o di latifoglie, la pasta
legno, cariche (carbonati, caolini, ecc.) e/o materiali di macero
(scarti di lavorazione).
L’uso
più o meno elevato nell’impasto di uno di questi elementi da seguito a
risultati differenti del supporto cartaceo.
Per
esempio: la presenza di pasta legno non sarebbe da ritenere
particolarmente vantaggiosa, in quanto essa ha una resistenza meccanica
piuttosto bassa e non può essere sviluppata per mezzo di un processo di
raffinazione.
In
compenso tuttavia essa, possiede un volume specifico molto alto e,
quindi elevata compressibilità e lisciabilità, una buona opacità, ed una
moderata igroespansività. Per tali caratteristiche che nel loro
complesso conferiscono alla pasta legno buoni requisiti di stampabilità
legati al fatto che essa ha anche un costo non elevato rispetto alle
altre materie fibrose, trova impiego tra le altre carte anche nella
patinate, offset e rotoffset che non sono destinate a durare a lungo. Le
fibre cellulosiche sono invece dell’impasto fibroso l’elemento portante
e indispensabile. Esse in seguito al processo di raffinazione,
conferiscono al supporto cartaceo una elevata resistenza meccanica e
grazie al processo con cui sono state ottenute si ottengono elevati
gradi di bianco stabili nel tempo.
D’altro
canto però non hanno una grande opacità, e la loro igroespansività è più
elevata; di tale caratteristica bisogna tenere conto in produzione per
far si che il nastro di carta prodotto non abbia difetti di planarità e
di stabilità dimensionale. Carte offset e rotoffset costituite da sole
fibre di cellulosa sono ritenute più pregiate rispetto a quelle che
contengono anche la pasta legno.
2.2
Caratteristiche meccaniche
La
caratteristica meccanica è forse uno dei più importanti requisiti che si
richiede al nastro di carta da stampare in rotoffset.
Infatti
in tale processo di stampa è necessario che il nastro di carta sopporti
le sollecitazioni a trazione del processo senza incorrere in rotture.
La carta
quindi dovrà presentare buone caratteristiche di resistenza a trazione
longitudinalmente al senso di stampa, per essere in grado di assorbire
le brusche sollecitazioni, unitamente ad una elevata resistenza alla
lacerazione, in modo da minimizzare gli effetti dovuti a qualche
imperfezione ai bordi del nastro.
Nel
sistema di stampa offset, in cui la presenza dell’acqua di bagnatura
rappresenta già di per se un fattore che indebolisce i legami tra le
fibre, è richiesta una buona resistenza meccanica.
Il
processo di fabbricazione della carta su macchina continua conferisce un
preferenziale orientamento delle fibre nella direzione di fabbricazione:
questo
determina pertanto l’anisotropia della carta cioè il differente
comportamento fisico-meccanico nella direzione di fabbricazione o
longitudinale rispetto alla direzione trasversale. In particolare la
resistenza a trazione e la rigidità sono sempre maggiori nella direzione
longitudinale, mentre la resistenza allo sgualcimento (o resistenza alle
doppie pieghe) lo è quasi sempre; l’allungamento, la resistenza alla
lacerazione e l’igroesponsività sono invece sempre più elevati nella
direzione trasversale. A conferire il differente comportamento della
carta nelle due direzioni, oltre che il preferenziale orientamento delle
fibre nella direzione di fabbricazione, contribuiscono anche fattori
importanti quali il tiro cui è sottoposto il foglio lungo la macchina
continua e il restringimento che esso subisce in seccheria nella
direzione trasversale.
Tali
fattori introducono infatti nel foglio tensioni fra i legami interfibra
che risultano diversamente distribuite nelle due direzioni.
Il
comportamento elastico a trazione, conseguito ad un idoneo valore di
rigidità, è importante per evitare deformazioni della carta al distacco
della forma stampante, particolarmente nella stampa offset da foglio a
causa della elevata peciosità degli inchiostri utilizzati e per il fatto
che in offset, siccome la direzione di stampa coincide generalmente con
la direzione trasversale della fabbricazione della carta, il foglio
viene ad essere sollecitato a trazione nella direzione in cui la
resistenza meccanica risulta minore; se la deformazione è irreversibile
si possono verificare difetti di registro nella stampa dei successivi
colori.
La
valutazione dei risultati delle prove di laboratorio per i relativi e
differenti tipi di resistenza meccanica della carta e cioè resistenza
alla trazione, alla lacerazione, allo scoppio, alla flessione allo
sgualcimento dovranno essere effettuati tenendo conto del particolare
impiego che la carta in esame avrà sul processo di stampa.
2.3
Resistenza allo strappo, abrasività e spolvero superficiale
Se le
fibre del supporto cartaceo non hanno resistenza lungo l’asse Z del
nastro o peggio la patina non è ancorata adeguatamente ad esso, durante
la stampa nel momento che il cilindro gommato si distacca dal foglio, dà
origine al rilascio di particelle di pigmento sotto forma di polvere o
scagliette; è l’inchiostro l’elemento che esercita una trazione sulla
superficie della carta tanto più grande quanto più elevato risultano la
peciosità di esso e la velocità di stampa: se l’inchiostro è troppo
pecioso e la velocità di stampa è elevata la forza necessaria per
suddividere l’inchiostro in due strati, cioè quello che resterà sulla
carta e quello che resterà sul cilindro gommato, potrà risultare più
elevata delle forze con cui risultano legate le fibre e gli strati
superficiali della carta, e nel caso la carta patinata è più elevata
delle forze di coesione della patina e del suo ancoraggio al supporto
ciò da origine a distacco di particelle, formazione di vesciche fino
alla delaminazione del foglio nel caso di carta stampata in rotoffset
dove tale fenomeno è accentuato dall’alta velocità della macchina da
stampa.
Il
distacco di queste fibre e particelle di cariche minerali si possono
manifestare anche durante la trasformazione e lavorazione nel processo
cartario
per esempio durante il taglio della carta in formato.
Nel
processo di stampa la presenza di spolvero di particelle che vanno a
depositarsi sulle varie parti della macchina e maggiormente sul telo
gommato provoca oltre a difetti di stampa, che si manifestano con la
comparsa di piccole zone non inchiostrate particolarmente evidenti in
corrispondenza delle zone a fondo pieno dello stampato, anche frequenti
fermi di macchine finalizzati al contenimento di tali fenomeni o peggio
danneggiamenti delle forme stampanti se lo spolvero è di natura
abrasiva.
Tali
particelle possono essere costituite da granuli grossolani, sfuggiti
all’epurazione dell’impasto, che in genere sono presenti in numero
piuttosto contenuto, oppure risultano costituiti da granuli fini
distribuiti uniformemente nel corpo della carta, come è il caso di
particelle di silicati contenuti nel caolino come impurezze. Per far si
che il supporto cartaceo non dia origine a tali difetti bisogna che
nell’impasto ci siano leganti come amido o carbossimetilcellulosa oppure
si dovrà collare superficialmente la carta. Per quanto riguarda la
patina: è dalla sua composizione, concentrazione e quantità di legante
che potranno scaturire o saranno eliminati tali inconvenienti.
Nella
stampa offset tale difetto viene particolarmente evidenziato in quanto
la presenza dell’acqua di bagnatura rappresenta già un fattore che
indebolendo i legami tra le fibre degli strati superficiali della carta
favorisce il manifestarsi di tali inconvenienti, quindi l’uso di
collature che rallentano la penetrazione dell’acqua nel supporto
impartiscono una maggior tenacità e riducono la possibilità che
l’inconveniente si manifesti.
2.4
Planarità
La mancanza di uniformità nella direzione
di orientamento delle fibre, e di conseguenza delle proprietà elastiche
locali del foglio lungo la direzione trasversale del nastro di carta è
una delle cause principali dei difetti di planarità della carta.
Tale
difetto può vie accentuato ed evidenziato dalla differenza che c’è tra
l’umidità relativa dell’ambiente e quella relativa di equilibrio della
carta. Esso determina la deformazione dei fogli che impediscono loro di
rimanere ben distesi e la comparsa di ondulazioni dovuta al diverso
comportamento della fibra lungo le sue direzioni longitudinali e
trasversali.
Infatti
esaminando il comportamento di una fibra messa a contatto con un
ambiente più umido rispetto alla sua umidità relativa essa si deforma in
percentuale molto di più lungo la sua direzione trasversale che non in
quella longitudinale, di conseguenza se la formazione ha generato una
fascia nel nastro di carta con le fibre disposte maggiormente in modo
trasversale che non in quello longitudinale rispetto al suo senso di
fabbricazione, esso, a differenza della restante parte del nastro, si
allungherà percentualmente in più generando una fascia molle. Altri
possibili cause generatrici di difetti di planarità possono derivare dal
cattivo stato dei vestimenti della macchina continua o da un difettoso
controllo della lisciatura. La non perfetta planarità della carta può
causare inconvenienti più o meno gravi durante la stampa. Infatti la
mancanza di planarità porta alla formazione di pieghe o di grinze
durante il passaggio del foglio tra il telo gommato ed il cilindro di
pressione, e riproduzioni di immagini distorte o fuori registro, alla
rottura del nastro nel caso di stampa in rotoffset. Per evitare o
contenere per quanto è possibile l’insorgere dei difetti dovuti a
mancanza di planarità, è necessario pertanto lasciare trascorrere del
tempo sufficiente per consentire alla carta di mettersi in equilibrio
con la temperatura ambiente prima di togliere l’imballo e far in modo
che l’umidità di equilibrio della carta e l’umidità relativa
dell’ambiente in cui avviene la sua utilizzazione risultino uguali o
molto vicini.
2.5
Imbarcamento
L’imbarcamento è prevalentemente un difetto della carta che limita la
macchinabilità di essa sulla stampa offset e come la planarità si
evidenzia maggiormente quando l’umidità relativa dell’ambiente cambia
mutando le condizioni igrometriche della carta.
Esso si
manifesta con un diverso comportamento dei due strati di cui si ritiene
sia formato il foglio di carta e cioè quello a contatto con la tela e
quello a contatto con il feltro.
Infatti
quando il foglio di carta non è più in equilibrio igrometrico con
l’ambiente uno dei due lati (assorbe o cede) più umidità dell’altro
allora si ha una diversa dilatazione ed il foglio si incurva verso il
lato che subisce la minor dilatazione.
Queste
diversità di comportamento dei due lati del foglio può essere originata
da diverse cause, tra cui l’orientamento delle fibre: quanto maggiore è
l’anisotropia di orientamento delle fibre tra un lato e l’altro tanto
più pronunciato è l’imbarcamento.
Il
fattore che influisce però maggiormente deriva dall’andamento della
seccheria della macchina continua: se l’essiccamento avviene in modo
disuniforme sui due lati del foglio ed ad esempio uno di essi diventa
secco all’aria prima dell’altro, si manifestano delle tensioni interne
nello spessore del foglio che lo rendono suscettibile di imbarcamento.
Il difetto è comunque più accentuato nelle carte dense che in quelle
voluminose, come pure nelle carte in cui la distribuzione del materiale
di carica è fortemente sbilanciato tra i due lati del foglio.
L’imbarcamento può essere dovuto a cause meccaniche, e precisamente se i
fogli rimangono incurvati per qualsiasi motivo per molto tempo i due
strati di esso si deformano in modo permanente. Normalmente per le
variazioni di umidità relativa il foglio di carta subisce l’imbarcamento
con l’asse di esso coincidente o rettilineo con la direzione
longitudinale di fabbricazione dello stesso, infatti e in questo senso
che le fibre sono maggiormente orientate offrendo più rigidità e
flessibilità.
Per
avvalorare tale tesi si prendano in considerazione dei foglietti
prodotti in laboratorio, la loro struttura è isotropa nel piano,
imbarcandosi assume una forma concava, perché la loro deformazione è
uguale in tutte le direzioni. Si deve inoltre tenere presente che le
differenti variazioni dimensionali che determinano il fenomeno
d’imbarcamento avvengono nell’ambito dell’igroespansività reversibile Se
l’umidità relativa del foglio non supera di molto il 65%, tornando al
valore iniziale l’imbarcamento scompare; se invece si porta il foglio di
carta ad umidità relativa dell’80% e nel foglio esistono deformazioni
differenti l’imbarcamento assume carattere permanente anche se il foglio
verrà riportato ai valori di umidità relativa iniziale.
2.6
Resistività elettrica
Altro
fattore che limita la macchinabilità di una carta allestita in offset è
la resistività elettrica. Essa è causata dalla elettricità statica e si
manifesta maggiormente quando la carta è secca, perché lo sfregamento
della superficie di essa con gli elementi della macchina da stampa o con
altri fogli di carta causa la formazione di cariche elettriche ed il
loro accumulo sui due lati del foglio a basso contenuto di umidità
presentano infatti una elevata resistività elettrica ed è quindi
scarsamente conduttiva. L’accumulo di elettricità statica provoca alcuni
inconvenienti fra cui difficoltà in fase di alimentazione della carta in
formato, distacco dalla forma da stampa e macchinabilità in genere.
Per
evitare o limitare tale inconveniente bisogna mantenere la sala stampa
ad umidità relativa intorno al 50%; in questo modo si impedisce la
formazione di carche elettriche e si disperdono con facilità quelle
eventualmente accumulatisi sulla superficie del foglio. Altra
precauzione per attenuare il fenomeno si può prevedere in fase di
formazione della patina che verrà applicata in superficie; infatti
sembra che aggiungendo cloruro di sodio in soluzione il difetto venga
ridotto.