PICCOLO VADEMECUM DELLA STAMPA OFFSET
di
Gino Palone (Press Operations
Manager della digraph.it)
1°
PARTE: la macchina da stampa offset
2°
PARTE: inconvenienti e soluzioni nella stampa offset (A)
3° PARTE: inconvenienti e soluzioni
nella stampa offset (B)
SECONDA PARTE: inconvenienti e
soluzioni nella stampa offset (A)
L’acqua di bagnatura nella stampa offset
La
presenza dell’acqua nella stampa offset chiama in causa numerosi
fenomeni chimici e fisico-chimici, a volte molto complessi, quali:
tensione superficiale, il PH, la conducibilità, la durezza,
l’emulsione colloidale, ecc., che rivestono un ruolo essenziale, e
questo senza considerare altri fenomeni, come le reazioni chimiche
tra sali, acidi, basi e metalli.
Sappiamo che lo scopo dell’acqua nella stampa offset è quello di non
fare aderire l’inchiostro nelle zone non stampanti (contrografismi)
della lastra, senza interferenze nelle zone stampanti (grafismi),
che devono al contrario ricevere l’inchiostro (zone lipofile).
Dato
che l’acqua e l’inchiostro sono teoricamente due liquidi non
mescolabili (si comportano come l’acqua e l’olio), il problema di
mantenere una separazione netta tra zone idrofile e zone lipofile
sembra facile.
Invece nella pratica è molto complesso. Questo deriva dal fatto che
i diversi componenti: la lastra, l’acqua, l’inchiostro, la carta
presentano caratteristiche estremamente variabili e possono
modificare profondamente il rapporto di equilibrio della repulsione
acqua-inchiostro.
Un
fenomeno che più frequentemente interviene durante la stampa a
modificare sfavorevolmente il rapporto acqua-inchiostro è
l’emulsione.
Per
effetto del continuo movimento prodotto dai rulli macinatori e
inchiostratori, l’inchiostro tende ad assorbire l’acqua di
bagnatura e a formare una emulsione di acqua in olio, cioè, le
piccole goccioline di acqua si disperdono nell’inchiostro.
Questo fenomeno diminuisce il tiro dell’inchiostro e ne aumenta la
viscosità; come conseguenza, il flusso dell’inchiostro verso la
lastra diminuisce e viene a modificarsi l’equilibrio iniziale
acqua-inchiostro.
Questo non provoca velature o ingrassamento perché l’inchiostro
continua a mantenere sostanzialmente la sua idrorepulsione.
Però, in determinati casi, l’emulsione dell’acqua in olio può
invertirsi, trasformandosi in una emulsione di olio in acqua:
l’inchiostro si disperde nell’acqua sotto forma di piccolissime
particelle, perdendo le caratteristiche di idrorepulsione.
Allora apparirà il velo sulla lastra e la stampa perderà rapidamente
di qualità.
Un
buon inchiostro offset non deve assolutamente emulsionarsi
nell’acqua; qualora ciò dovesse verificarsi, la causa è da
ricercarsi nell’acqua di bagnatura oppure nella carta.
E’
importante sapere che l’acqua di bagnatura non deve essere preparata
in modo incontrollato; il macchinista deve essere in grado di
prepararla e di modificarla, come conviene, in qualsiasi momento.
Durezza dell’acqua.
In
alcune zone o località, l’acqua può contenere fino ad un 0,2% di
impurezze che, senza dubbio, influiscono sfavorevolmente sul
risultato della stampa.
L’acqua può contenere sciolte in essa diverse sostanze, tra le quali
le più dannose ai nostri fini sono i sali di calcio e di magnesio.
Si dice allora che l’acqua è dura.
Il
grado di durezza dell’acqua si esprime in gradi francesi o tedeschi
(in Italia si adottano i gradi francesi).
Si
trasformano cioè tutti i sali di calcio e di magnesio in carbonato
di calcio (gradi francesi).
Si
ha cioè che:
1
grado francese corrisponde a g 1 di carbonato di calcio per 100
litri di acqua.
In
condizioni molto sfavorevoli potrebbero formarsi “saponi” di acido o
magnesio che depositandosi sul caucciù, sui rulli e sulla lastra,
renderebbero la soluzione di bagnatura eccessivamente acida.
Questa reazione non si produce quando la durezza dell’acqua è
inferiore a 10 gradi; però quando la durezza è superiore a 15 gradi
è conveniente procedere a una totale demineralizzazione dell’acqua
mediante installazioni di apparecchiature appropriate.
Il
PH e l’importanza della sua regolazione. L’obiettivo principale è di
ottenere un grado di acidità costante nella soluzione di bagnatura
durante tutta la tiratura.
Una
effettiva e proporzionata acidità, anche se debole, bisogna
mantenerla nell’acqua di bagnatura, per evitare la “saponificazione”
dell’inchiostro prodotto da un PH alcalino e per aiutare la
conservazione delle qualità di adesione alla lastra dell’acqua nelle
zone non-stampanti.
Lo
spessore della pellicola della soluzione di bagnatura può variare
per le seguenti cause:
-
per la temperatura e umidità
relativa dell’ambiente;
-
per la velocità di rotazione della macchina;
-
per la capacità d’assorbimento di acqua da parte di un
determinato inchiostro;
-
per la capacità d’assorbimento di acqua da parte della carta.
Sovente, dopo un po’ di tempo che si è iniziata la tiratura e senza
che nessuna di queste condizioni siano cambiate, incominciano a
prodursi anomalie nella bagnatura, e il macchinista, senza pensarci
molto, modifica la regolazione della bagnatura per motivi che a
volte non conosce.
Questo non si deve fare senza analizzare prima la causa che, con
frequenza, proviene dal PH, che è il parametro che indica lo stato
acido o basico delle soluzioni di bagnatura.
Non
sempre risulta facile mantenere costante l’acidità, che può cambiare
per differenti cause.
Altrettanto si può dire che inconvenienti come:
-
ritardo di essiccazione dell’inchiostro sopra la
carta;
-
perdita di brillantezza degli inchiostri
metallizzati, oro e argento;
-
scolorazione dell’inchiostro;
-
cambio di tonalità del pigmento;
-
velature e sparizione del trasporto sulla lastra,
ecc.;
sono
in relazione con l’acidità o alcalinità dell’acqua di bagnatura.
Per
questo, sarà conveniente controllare periodicamente il PH della
soluzione di bagnatura con un misuratore del PH.
Se
si nota che c’è una variazione notevole, è conveniente vuotare i
depositi dell’acqua e preparare una soluzione nuova, con l’acidità
iniziale; durante la tiratura converrà di tanto in tanto controllare
il PH e intervenire opportunatamente, in caso di necessità,
correggendo l’acidità eccessiva con alcoli o la basicità con acidi,
oppure cambiando nuovamente, in casi estremi, l’acqua dei depositi.
Vista l’importanza del PH nella stampa offset, occorre esaminare
ora brevemente in che consiste, come si misura e le cause che
possono variare il suo valore nelle soluzioni di bagnatura.
Per
capire compiutamente il concetto del PH richiamerò brevemente alcune
nozioni basilari di chimica.
Sappiamo che l’acqua è formata da due atomi di idrogeno e un atomo
di ossigeno, con formula chimica H2O:
2
atomi di idrogeno + 1 atomo di ossigeno = 1 molecola di acqua.
Perché un liquido sia acido, nella sua composizione ci deve essere
l’idrogeno.
L’azione dell’acqua sopra un metallo (la lastra) ed il contatto con
un non-metallo (inchiostro, carta, ecc.) provoca la formazione di
acidi o alcali modificando, quindi, il suo valore originale.
Per
misurare la temperatura e per dare ad essa dei valori ci serviamo
del termometro; così per esprimere numericamente il valore di
acidità o di alcalinità di una soluzione di bagnatura ci serviamo
della scala del PH, che consiste in una serie di numeri che indicano
il grado reale di acidità o alcalinità di una soluzione, cioè la
concentrazione di ioni idrogeno che contiene: (PH è l’abbreviazione
di “potenziale d’idrogeno”).
La
scala del PH va da 0 a 14. Il valore 7 corrisponde a una soluzione
neutra. I valori inferiori a 7 corrispondono a un liquido acido e
quelli superiori al 7 a soluzioni alcaline.
Variando, per esempio, il valore della scala di una unità, l’acidità
o la alcalinità varia di dieci volte. Se consideriamo il valore PH5
di una soluzione, questa contiene un centomillesimo di grammo di
ioni idrogeno per litro; la soluzione dal PH6 contiene un
milionesimo di grammo, risulta dieci volte meno acida della
precedente.
Da
questo comprendiamo che i valori del PH si devono misurare con molta
precisione, perché una leggera variazione del suo valore rappresenta
una variante considerevolmente grande della acidità o della
alcalinità della soluzione.
Il
PH si può misurare con indicatori colorati (cartine o soluzioni) o
con strumenti elettronici (chiamati piaccametri).
Come
detto, il PH delle soluzioni di bagnatura deve mantenersi
leggermente acido, tra valore 5 e 6.
Ecco alcuni inconvenienti che possono accadere a causa di un PH non
adatto:
Tensione superficiale.
Forza che si manifesta in corrispondenza della superficie di
separazione tra due liquidi immiscibili o tra un liquido e un
metallo.
Ci
si limiterà a considerare le tensioni superficiali acqua-lastra e
inchiostro-lastra; il potere bagnatore di un liquido sopra una
superficie solida (per esempio la lastra) si misura con l’angolo di
contatto, cioè l’angolo compreso tra la superficie e la tangente di
una goccia del liquido collocato su detta superficie.
Il
grado di estensibilità di un liquido sopra una superficie solida lo
si chiama bagnatura.
Quanto più piccolo sarà l’angolo di contatto di un liquido sopra una
superficie solida, tanto più bagnerà la superficie; viceversa,
quanto maggiore sarà l’angolo di contatto, tanto minore sarà la
bagnatura.
La
tabella qui di seguito riporta i livelli di tensione superficiale di
alcuni liquidi: tra questi l’acqua presenta il valore più elevato.
TENSIONE SUPERFICIALE DI ALCUNI LIQUIDI A 20°C
|
72,8 |
|
22,3 |
|
21,7 |
|
23,7 |
|
63,4 |
|
17 |
I
sistemi di bagnatura acqua-alcool, anche differenziandosi di poco
tra loro nello schema meccanico e nella disposizione dei rulli
bagnatori, si basano tutti nell’impiego di una miscela come
soluzione di bagnatura.
I
vantaggi dei sistemi di bagnatura ad alcool possono riassumersi come
segue:
-
Maggiore equilibrio acqua-inchiostro;
-
Bagnatura più uniforme;
-
Minore assorbimento di acqua da parte della carta;
-
L’inchiostro essicca più rapidamente;
-
La qualità di stampa migliora;
-
Avviamento più rapido, meno scarti, colori più brillanti.
Conducibilità.
La
capacità di una soluzione di trasmettere elettricità (o calore).
Viene misurata in microsiemens (mS) ed è il sistema di controllo e
di misura più sensibile per le soluzioni di bagnatura in quanto
tiene conto delle interazioni tra acqua, inchiostro e carta.
Misurata con appositi strumenti elettronici, il suo giusto valore si
attesta tra i 900 ed i 1200 mS.