Il Sig. Johannes Gutenberg e storia
semi-breve della stampa
(da Gutenberg al libro elettronico)
Tramandare il sapere.
Tramandare ai propri posteri notizie di fatti
accaduti ed il sapere in genere è stata, fin dalla preistoria,
un’attività umana che ha lasciato traccia fino ai giorni nostri.
I graffiti nelle caverne preistoriche e nelle tombe
egizie, le pergamene dei cinesi, le lapidi dei romani, ci hanno infatti
lasciato una quantità di informazioni tali che hanno fatto ricostruire
la storia dell’umanità.
Amanuensi e copisti.
C’erano una volta gli amanuensi, monaci del Medio
Evo che per tramandare il sapere depositato nelle chiese, trascrivevano
manualmente i testi sacri che venivano poi passati in fascicoletti
distinti ai copisti che provvedevano a realizzare, sempre manualmente e
con bella grafia, le copie delle varie pagine che componevano il libro
che veniva poi artigianalmente rilegato.
Alcuni di questi libri venivano arricchiti di
illustrazioni a colori disegnate a mano (miniature).
Il carattere mobile di J. Gutenberg (1400-1468).
La diffusione del libro cresceva ed il lavoro degli
amanuensi e dei copisti altrettanto; fin quando un tal Johannes
Gutenberg di Magonza (Germania), inventò il carattere mobile.
Il carattere mobile sostituiva comunque un
procedimento più lungo e complesso che consisteva nello scolpire con
sgorbie e
bulini
in unici blocchi di legno intere matrici di stampa sulle quali venivano
torchiati i fogli da stampare: le cosiddette
xilografie la cui realizzazione restò in uso anche dopo l’avvento del carattere
mobile, per la realizzazione di illustrazioni artistiche.
L’invenzione del carattere mobile si basava sulla
realizzazione di caratteri in una leggera lega metallica per mezzo di
matrici in legno, preventivamente scolpite in “negativo” in cui si
versava il metallo fuso, che potevano essere poi disposti in maniera
allineata grazie a delle forme-guida (compositoi) che permettevano di
comporre intere pagine.
Il compositoio veniva posizionato su un torchio che
pressava lo stesso non prima di averci posizionato sopra il foglio di
carta.
Carattere mobile e
torchio
insomma, furono l’invenzione che stravolsero la stampa intorno il 1455,
periodo in cui Gutenberg pubblicò la Bibbia delle 42 linee,
cosiddetta perché conta 42 righe per colonna con un totale di 1.282
pagine per 180 copie delle quali oggi ne restano solo 48 sparse in
alcune delle principali biblioteche e musei del mondo (in Italia ve ne
sono 3 copie -2 su carta pergamena, 1 su carta- a Città del Vaticano,
presso la Biblioteca Apostolica Vaticana).
Mentre la Magonza di Gutenberg custodiva ancora i
segreti del nuovo processo di stampa, nel resto d’Europa sopravvivevano
gli
incunaboli,
le
xilografie, le
acqueforti,
almeno fino al 1550 ca.
Diffusione della stampa a carattere mobile.
Animate vicissitudini politiche (il sacco di
Magonza), fecero sì che gli allievi di Gutenberg si disperdessero per
l’Europa diffondendo le nuove tecniche di stampa nelle città di dove si
trasferirono: Strasburgo, Basilea, Zurigo, Augusta, Ulm, Norimnerga e,
in Italia nella prima tipografia impiantatasi a Subiaco fu stampato nel
1465 il De Oratore di Cicerone.
A Napoli, nel 1470, fu Sisto Riessinger a mettere sù
la prima tipografia.
Ma si deve all’opera di Aldo Manuzio la sostituzione
del carattere gotico, col quale si erano fino allora stampati i libri,
con quello
latino ed il
corsivo.
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Il libro
tra il ‘500 e il ‘700.
A parte il procedimento
calcografico
(1450) e quello di
acqueforti
e
acquetinte , lo studio dell’impostazione grafica e fisica del libro e quello
del design dei caratteri di stampa a cui si deve la creatività dello
stesso Manuzio, di Claude Garamond che risolse il problema delle
legature fra lettere (1531), Cristophel van Dick (1650 ca.), Granjon,
Bodoni (‘700) ed altri, non vi furono particolari
sviluppi riguardo le tecnologie di stampa fino alla prima rivoluzione
industriale.
I nuovi
processi di stampa con l’avvento della prima Rivoluzione Industriale.
L’età dei lumi aveva gettato le premesse per
far scattare una frenesia inventiva che fu caratterizzata
dall’invenzione della macchina a vapore ed altri sistemi tecnologici che
vennero applicati anche in campo tipografico facilitando la produzione
in serie di libri e riviste.
Il grado culturale e l’alfabetizzazione crescevano e
pertanto bisognava soddisfare il bisogno di sapere ed informarsi di
dotti e studiosi attraverso anche la nascita dei primi giornali.
La
Linotype
(1886) e, successivamente, la
Monotype
furono il gran passo avanti nella stampa tipografica.
La possibilità infatti di poter produrre vari
caratteri e
famiglie,
in gran quantità e rapidamente, velocizzarono i procedimenti di stampa
grazie anche all’invenzione del telaio meccanico, del
torchio a carrello,
del clichè e il perfezionamento della
fotografia
che cominciava a sostituire le illustrazioni fatte a mano.
E’ poi nel ‘900 che vengono costruite le macchine da
stampa di tipo industriale: le rotative, le macchine per stampa
offset.
Il ruolo principale nello sviluppo dell’arte
tipografica è dato dalle applicazioni delle tecniche fotografiche che
danno il modo di stampare immagini a colori: dal dopoguerra nasce la
stampa a colori !
Il procedimento delle stampe a colori si basa sulla
quadricromia (da qualche parte troverete scritto quatricromia)
consistente in 4 pellicole corrispondenti ognuna ad un colore (cyan,
magenta, giallo e nero) ricavate dalla riproduzione selettiva delle
immagini a colori attraverso un’opportuna filtratura dei colori
complementari e per mezzo di una retinatura indispensabile a dare tutte
le sfumature di colore presenti nell’immagine originale.
Le 4 pellicole così realizzate, venivano messe a
contatto delle cosiddette lastre (plates) dalle quali, attraverso un
opportuna foto-incisione, venivano ricavate le matrici di stampa da
montare sui rulli delle macchine offset.
Le tecniche di riproduzione fotografica vengono
applicate anche per la costruzione di un’altra grande invenzione quale è
la fotocompositrice che fa abbandonare man, mano le precedenti monotype
e linotype (‘o
cchiummo ca se ne va).
La fotocompositrice permetteva di realizzare veri e
propri testi visibili su un monitor permettendo inoltre di effettuare
eventuali correzioni immediate prima di stampare il tutto da montare poi
su fogli di acetati, pronti per essere riprodotti.
MacIntosh LC & storie digitali.
Per tutto il ‘900 si assiste quindi ad un
velocissimo processo di trasformazione nella stampa e negli ultimi anni
del secolo irrompono i sistemi digitali che stravolgono ancora una volta
le industrie di arti grafiche che, per restare competitive in termini di
velocità e qualità, investono grosse somme di denaro per l’acquisto di
nuovi macchinari e per l’addestramento dei dipendenti impegnati nel loro
utilizzo.
Alla fine degli anni ‘80 nasce l’editoria
elettronica !
Tutto quello che veniva realizzato da un grafico di
una tipografia, impaginazione, scontornature, montaggio, controllo del
colore di stampa ecc. poteva finalmente essere fatto in tempi
rapidissimi dal computer.
Nel 1990 la Apple di Steve Jobs lancia il
MacIntosh LC
(LC = low-cost = basso costo). Un computer con modalità d’uso altamente
intuitive per l’editoria elettronica (desk top publishing) che da quel
momento in poi stravolgerà la stampa negli ultimi 10 anni del XX secolo.
L’uso di un’ infinita disponibilità di caratteri che
possono essere trasformati per crearne di nuovi e più fantasiosi, la
possibilità di poter impaginare interi lavori da stampare controllando
sul monitor ogni più piccola variazione, la possibilità di poter già
inserire nell’impaginato elettronico le immagini in
file
opportunamente
scannerizzate,
non fanno altro che aumentare la velocità di produzione degli stampati
aumentandone pertanto la quantità stessa.
Il Quark Xpress, l’Illustrator, il Corel Draw, il
Photoshop ed altri programmi di impaginazione e trattamento
dell’immagine, diventano i sw indispensabili per qualsiasi tipografia
(che ormai viene chiamate stamperia) anche se sono poi le stesse case
editrici ad esserne attrezzate, con l’impiego di grafici interni, per
avere più controllo sul lavoro da realizzare.
Le impaginazioni possono essere
tele-trasmesse agli autori per le correzioni o alle stamperie per
avere le prove di stampa.
Inoltre, fanno il loro ingresso le macchine da
stampa digitali che danno la possibilità di abbassare i costi di stampa
per piccole tirature stampate con inchiostro a toner.
Gli editori si attrezzano per le stampe on-demand
ovvero libri stampati solo su richiesta, evitando in tal modo spreco di
copie destinate al macero o al “mercato del sottoprezzo”.
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Le nuove
frontiere nella stampa:
Le innovazioni tecnologiche nei processi di stampa,
ormai non si arrestano.
Apple e Microsoft, le principali case produttrici di
software sfornano con una cadenza mensile nuove applicazioni e loro
aggiornamenti che rendono la vita di grafici, editori e stampatori,
sempre più facile.
Le grosse case costruttrici di macchine da stampa
fanno altrettanto.
Ecco di seguito alcune note sulle ultime frontiere
della stampa:
CTP
“Computer To Plate” (dal computer alla lastra). Un
sistema di realizzazione di lastre per la stampa che bypassa il
tradizionale pellicolaggio quadricromico, basato su principi fisici e
non più chimici: le lastre vengono impresse direttamente dal file in
uscita del computer con un sistema ottico e vengono incise con un
processo termico.
Procedimento questo che, inutile dirlo, oltre che a
migliorare la qualità di stampa, la definizione finale in quanto,
eliminato il passaggio delle pellicole il cui spessore fa perdere una
piccola parte della resa finale, elimina un procedimento chimico (quello
dello sviluppo delle pellicole di quadricromia) nocivo per l’ambiente,
abbattendone inoltre i costi di smaltimento.
LAN e
WAN
Lan
e
wan, ovvero la possibilità di poter far dialogare tra loro più
computer e tutte le relative
periferiche,
anche fuori sede, tra una stamperia ed un ufficio grafico editoriale
distanti anche da un capo all’altro del mondo, hanno contribuito
anch’esse alla velocizzazione dei flussi di lavoro bypassando le
spedizioni postali di pellicole, immagini, testi in bozze ecc.
Acrobat
E’ il software che permette di far leggere qualsiasi
documento foto-grafico o di solo testo, in
PDF
(Portable Document File) su qualsiasi computer, su qualsiasi sistema
operrativo (Window, Apple, Linux)
In termini pratici ciò significa poter “dialogare”
con estrema faciltà tra un ufficio grafico ed una stamperia: tra
mittente e destinatario non si verificano più incompatibilità di lettura
dei files, dimenticanze di allegate cartelle dei fonts, variazioni di
colore in stampa rispetto all’originale (occorre comunque che la
stamperia segnali alcuni accorgimenti da operare prima che il grafico
trasformi il file da stampare in Acrobat).
Quando il sw sarà perfezionato in ogni sua piccola
lacuna attuale ( ammettiamolo, anche le belle donne non sono perfette )
sarà il punto di arrivo ed il punto di partenza di un nuovo periodo
della storia della grafica e della stampa.
E-Book
Stanno nascendo case editrici on-line che vendono
libri su CD o in file, dando poi al lettore la possibilità di stampare o
meno quello che gli interessa.
Alcuni libri sono scaricabili da internet
addirittura gratuitamente.
Ovvio, forse questo non fa bene alle stamperie, ma
queste stesse strutture potranno riposizionarsi nel mercato attuando
strategie fondate su altri servizi necessari per l’editoria elettronica
che gioverà all’ambiente ( immaginate quanti alberi abbattuti in meno !
).
E i produttori di carta ? Le trasformazioni del
mercato avvengono sempre gradualmente e nel frattempo anche loro
troveranno nuovi canali.
Trasmissione Dati
Da Guglielmo Marconi in poi, la strada delle
tele-trasmissioni ha avuto un' evoluzione esponenziale che non finirà
ancora di stupire. Nel giro degli ultimi anni, si è passati dalla
connessione veloce con l’ISDN all’ADSL e all’ADSL satellitare.
Trasmettere da una città all’altra un intero
giornale, dalla sede del un giornale stesso ad una stamperia sita su un'
isola, oggi è ormai realtà ma la nuova frontiera in questo settore sarà
il raggiungimento di altissime velocità di trasmissione sperando che i
gestori telefonici italiani si adeguino ai costi di alcuni paesi
stranieri dove i costi telefonici o i canoni sono praticamente
inesistenti in quanto puntano sui costi dei servizi resi.
Testo
di
Marco Maraviglia.
Riproduzione libera dai diritti d’uso senza scopi di lucro.
Per
saperne di più:
storia
della stampa:
http://www.ellerani.it/storia_stampa_400_500.htm#tecnologia
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