Breve corso di grafica online per
impaginare una copertina e comunicare il
contenuto del libro
di
Marco Maraviglia
La copertina
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A volte si
trascura l’importanza di una copertina di un libro perché si
presume che sia esclusivamente il contenuto di esso l’elemento
fondamentale affinché si venda. I manuali di grafica
approfondiscono poco questo argomento specifico che viene forse
sviluppato in qualche Istituto d’Arte o Liceo Artistico, ma non
sempre con le necessarie competenze che vanno al di là della
creatività della grafica pubblicitaria. |
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La non-copertina,
il non-nome |
Altre
volte è effettivamente superfluo scervellarsi per dare una
particolare grafica alla copertina: bastano da soli il titolo e
il nome dell’Autore ma in tal caso è indispensabile che il
titolo sia diretto, comprensibile, magari senza necessitare di
un sottotitolo che esplichi il contenuto del libro in maniera
più chiara. Ma fondamentale è il peso del nome dell’Autore: se
la firma non è già affermata nell’Olimpo dei top-writers, una
copertina congegnata come sopra, non può funzionare. A meno che
si voglia giocare (a rischio) sul non-nome se magari questo già
desta curiosità ed è per mera coincidenza, affine al titolo del
libro. |
Alcuni
esempi che potrebbero attirare la curiosità
dei lettori
con una non-copertina di
autori
sconosciuti. |
Fiamma Quadroni
La pittura fiamminga
nei salotti della
borghesia italiana
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Biografia
di
un uomo comune
di Mario
Rossi
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Le massime
Incertezze
Del nostro secolo
Massimo Incerti
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La
copertina come un avviso pubblicitario |
Sarebbe
opportuno, per realizzare una copertina che incentivi il
successo di un libro, pensare di darvi una impostazione grafica
che tenga conto e sfrutti le teorie e tecniche di comunicazione
pubblicitaria, mettendo quindi da parte vezzi grafico-artistici
ai quali si può essere tentati. L’ideale sarebbe affidarne l’impaginazione
ad un’Agenzia di Comunicazione esperta e non a un giovane
grafico che magari è un mago dell’Illustrator e del Photoshop ma
sa poco o nulla di comunicazione, sociologia, psicologia e
percezione visiva.
Occorre
considerare insomma la copertina come una sorta di avviso
pubblicitario che invogli il lettore perlomeno a stendere il
braccio per prendere il libro da uno scaffale di una libreria
per decidere poi di acquistarlo. |
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La
copertina è come un “link”
di un
sito web |
La
copertina deve essere come il “link” alla lettura della breve
presentazione del libro che compare sul retro di esso o nella
controcopertina: il lettore dovrebbe, una volta preso il libro
dallo scaffale, cercarne la descrizione, se questo avviene, il
grafico ha fatto un buon lavoro. |
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Solo tre
elementi |
Come
insegnava David Ogilvy, grande pubblicitario francese a cavallo
degli anni ’70, per garantirci l’attenzione del pubblico, un
avviso pubblicitario non deve contenere più di 3 elementi. Nel
caso di una copertina di un libro i 3 elementi indispensabili
possono essere titolo, sottotitolo e immagine. Inserire
ulteriori elementi non farebbero che creare “rumore visivo”. |
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Formato |
E’
necessario inoltre considerare il formato finale della copertina
per impaginarla in modo leggibile anche ad una distanza di 2-3
metri. Il libro non dimentichiamoci che deve richiamare
l’attenzione del pubblico tra decine di altri libri che lo
circondano. Bisogna per esempio, evitare l’errore frequente di
molti manifesti stradali che hanno testi scritti così piccoli
che bisognerebbe attraversare la strada per poter leggere forse
l’informazione più importante che dovrebbe essere invece
contenuta già nello slogan (headline). Non bisogna affezionarsi
ad un primo layout di copertina se poi stampandolo in
formato 1:1 non è ben leggibile ed attraente. Occorre farne
diversi che dovranno poi essere testati con l’aiuto di un
piccolo gruppo di pubblico-campione di cui parlerò alla
fine. |
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Titolo |
Il titolo
dovrebbe contenere le key-words, alcune tra le parole
chiave del testo del libro.
Si può
usare una frase-chiave contenuta nel testo stesso; o soltanto
una parola evocativa del contenuto del testo. Così, senza
nemmeno un sottotitolo.
Il titolo
dovrebbe essere un po’ come una headline pubblicitaria:
raccontare già da solo incuriosendo, l’argomento, la storia del
libro, promettendo inoltre sensazioni, emozioni che potremmo
ricevere dalla sua lettura.
Per quanto riguarda la grafica del titolo evitare, se non si è
già esperti:
·
i testi in
negativo (bianco su nero),
·
di usare
più di un carattere nello stesso titolo,
·
i titoli
in verticale,
·
di dare
più colori alle lettere,
·
di dare
diverse dimensioni alle lettere di una stessa parola,
·
caratteri
troppo di fantasia specie per titoli superiori a tre parole,
·
giustificazioni col sottotitolo diverse da quelle convenzionali
(lapidario, a bandiera…),
·
crenature
esasperate,
·
lettere in
trasparenza sull’immagine,
·
titoli a
rilievo dello stesso colore del fondo se le lettere non hanno
almeno un bordo che stacchi col colore del fondo stesso, |
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Sottotitolo |
Se il
titolo contiene un concetto poco chiaro, vocaboli non
immediatamente comprensibili, particolari neologismi di un
lessico limitato a poche persone, è opportuno inserire un
sottotitolo esplicativo possibilmente di corpo uguale ma
in grassetto o superiore a quello del titolo. |
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Scelta
del carattere
o font |
Il
carattere del titolo e sottotitolo, conviene che sia il
medesimo, sempre per quella questione di evitare quanto più
possibile il “rumore visivo”; anche perché poi ci sarà
sicuramente in calce alla copertina il logo dell’editore che
avrà un suo carattere e probabilmente di fantasia.
Si
consiglia di evitare, se il sottotitolo supera i due righi, di
utilizzare caratteri a bastoni, ma preferire quelli con
grazie. I prolungamenti delle lettere (le grazie,
appunto), aumentano del 15% circa la faciltà di lettura: non lo
dico io ma gli studi statistici effettuati da indiscutibili
copywriters di fama mondiale.
Allora, mi
chiederai ora: perché i testi di questo sito sono in verdana
o geneva? Semplice: perché l’occhio dell’internetauta è
abituato a leggere prevalentemente questo tipo di caratteri. E’
come se si fosse stabilita una tacita convenzione tra i
webmaster e il popolo dei navigatori.
Il
carattere anticiperebbe il genere del testo: un carattere
gotico farebbe presumere che si tratti di un’opera dark o di
una storia ambientata nel ‘400; un courier potrebbe far
pensare ad una raccolta di articoli giornalistici; il
capitals ad un libro di economia o di politica
internazionale… e così via. |
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Il
letterista |
Alcuni
studi di comunicazione hanno una figura specifica per la scelta
del carattere: è il letterista.
Questo
provvede alla ricerca del font più appropriato e, se preso da
ispirazione creativa, può inventarsi di sana pianta con l’aiuto
del grafico, un nuovo carattere più incisivo e appropriato per
il titolo/sottotitolo della copertina. Converrebbe magari che
venga registrato all’Ufficio Brevetti il font creato, per
avere in futuro l’esclusiva di utilizzo di esso o magari
venderselo. |
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Colore |
La
conoscenza del linguaggio del colore fa parte dei punti di forza
di un buon grafico-pubblicitario. Egli sa che vi sono colori
caldi (quelli che appartengono
all'arco giallo-rosso e che evocano azione, urgenza, necessità
di risposta e vicinanza) e freddi (quelli che
appartengono alla gamma verde-viola e
che evocano lontananza e freddezza) e che ognuno di essi,
sviluppandone la vasta gamma tonale, può essere attribuito ad un
contesto o meno. La scelta dei colori predominanti della
copertina può definire l’atmosfera di base del libro. Un titolo
in colore giallo su una copertina nera fa normalmente intuire
che il libro sia un giallo; il titolo in rosso sullo
stesso fondo nero fa pensare a un noir; un testo nero su
fondo bianco patinato lucido ci suggerisce un testo di
attualità. |
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Alcuni
esempi di accostamenti
dei colori. |
Chi ha spento
La luce in
Via Macello? |
Ultimo omicidio
|
E’
successo
domani |
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1)
romanzo
giallo |
2)
noir |
3)
giornalistico. |
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Immagine |
Ed eccoci
all’elemento grafico probabilmente più complesso: l’immagine.
Ma è
veramente indispensabile inserire un’immagine in copertina? Non
sempre, ma se si decide di inserirla bisogna badare ad alcune
cose.
L’immagine
può essere una fotografia o un disegno, un’illustrazione. Deve
essere chiaramente leggibile al primo impatto visivo, diretta e
che si implementi col titolo del libro.
Fondamentale è che abbia uno story appeal:
incutere interesse per la storia, senza rivelarla, attraverso un
centro emozionale, il baricentro dell’immagine che
a volte qualche grafico lascia a colori portando tutto il resto
in bianconero, per evidenziarlo.
L’occhio del grafico deve essere attento
a non incorrere in alcuni errori che potrebbero offuscare il
titolo sia in senso grafico che di pura comunicazione.
Innanzitutto occorre fare attenzione che
i testi del titolo e sottotitolo stacchino dall’immagine, sia
intervenendo sui colori dei primi, sia badando a non lasciar
confondere l’immagine con questi. Sembra una banalità, ma quante
volte ci capita di vedere copertine bellissime ma poco chiare.
Ricordarsi che la copertina non deve essere “bella e
sofisticata”, un’opera d’arte pensando che debba essere esposta
in una galleria, ma diretta, leggibile, fruibile nella sua
visione anche ad una distanza di 2-3 metri.
Altro
errore in agguato è il cosiddetto effetto vampiro,
ovvero l’immagine può essere tanto forte dal distogliere
l’attenzione al titolo e quindi all’effettivo contenuto del
libro. L’esempio tipico è quello di uno spot pubblicitario fatto
di splendide immagini ma dopo i 15-30” ne ricordiamo le scene,
ma non il nome del prodotto che pubblicizza. Milioni di euro
sprecati, praticamente. L’immagine deve accompagnare quindi il
titolo ma non il contrario.
La sequenza di lettura di una copertina è:
·
illustrazione
·
titolo
·
sottotitolo
Pertanto c’è chi dà grande importanza all’immagine talvolta
omettendone addirittura il titolo che magari è ben evidente però
sul dorso.
Per quanto
riguarda l’immagine di copertina evitare:
·
il ritratto dell’autore a meno che non sia già famoso e/o dai
caratteri somatici che raccontano già una personalità
particolare se il libro è un’autobiografia,
·
la foto a cui è affezionato l’autore del libro, scattata da
ragazzo,
·
immagini di difficile comprensione immediata,
·
un’immagine di contesto storico-temporale non attinente a quello
del testo del libro (ci sono alcuni che inseriscono quadri di
pittori del passato per romanzi contemporanei),
·
immagini a doppio-senso se il doppio-senso nel testo non c’è,
·
che sia troppo colorata, contrastata, rumorosa,
·
che abbia troppi elementi simbolici (a meno che il libro non
tratti di simbologia),
·
fotografie solo perché di fotografi famosi che hanno concesso l’utilizzo gratuitamente,
·
colori cupi se non staccati da riquadri, fregi, righini di
colori chiari.
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Testare
la copertina
(il
pubblico-campione) |
Per essere
abbastanza certi di aver realizzato una buona idea per la
copertina, converrebbe testarla. Per avere pareri schietti e
disinteressati occorrerebbe un campione rappresentativo di
lettori esterno al proprio staff editoriale. Sarebbe opportuno
redigere un breve questionario, allegandolo a 2-3 layout della
copertina e spedirlo via e-mail a dei volontari affidabili che
non hanno nulla a che vedere con la grafica, ma che sappiamo
essere grandi lettori di libri e che verrebbero premiati per
questo incomodo con una copia del volume quando sarà stampato.
Le domande del
questionario potrebbero essere tipo:
·
quale
delle tre copertine proposte ti piace di più?,
·
cosa ti fa
pensare?,
·
scrivi un
breve incipit di un ipotetico libro ispirandoti alla
copertina prescelta,
·
che
sensazioni percepisci osservandola?
·
e così
via.
Insomma,
anche se l’Autore è sconosciuto, una bella copertina, mirata,
ben studiata, potrebbe aiutare a vendere qualche copia in più di
un libro. |
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Esercitazione:
Prova
ora ad osservare una carrellata di cover books con relativi
commenti sul loro design (in inglese) da
qui
quante ne trovi col titolo quasi illegibile perché si confonde
con l’immagine? Diverse, no? Vuoi commentarle ? Fallo, il sito è un blog
dove puoi lasciare tutti i commenti che vuoi senza doverti registrare.
Provo
io a commentarne qualcuna qui:
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1) Il
titolo si confonde con l’immagine. |
2) evitare
il cambio di carattere nello stesso titolo. “Of a” è troppo a
destra |
3) Ogni
parola inizia in maiuscolo e alcune sono offuscate. |
4) Concetto
buono, ma il titolo (Gay Fiction) non salta all’occhio. |
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5)
Sottotitolo sopra il titolo va bene, ma non il testo in
negativo. |
6) Titolo
confuso tra sotttitolo (a novel) e nome dell’Autore con
“rumore visivo” dell’albero che poteva essere maggiormente
stilizzato. |
7) Testo
troppo trasparente. Sempre carina l’idea della mosca “giottiana”. |
8) Evitare
titoli obliqui o in verticale, anche se questo nella cover è il
nome dell’Autore. |
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9) Ottima
immagine concettuale, ma titolo troppo piccolo. |
10)
Riprendere “EU” in diversi colori è un’idea forse infelice
perché penalizza la scorrevolezza della lettura. |
11) Esempio
di come un semplice titolo potrebbe già stare da solo in una
cover: cos’era l’America prima della scoperta di Colombo? |
12) Il
titolo è l’immagine. Un raro caso di copertina dal design,
semplice, essenziale ma diretto. |
Per i
docenti di Grafica Pubblicitaria:
se ritieni utile utilizzare questo testo per scopo didattico per
incrementare il materiale da fornire ai tuoi allievi, puoi scaricare
qui
il file in "pdf" da stampare liberamente per uso studio.
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