USO
DI IMMAGINI DIGITALI
Alcune risposte a
domande frequenti sulla Fotografia Digitale:
di
Marco Maraviglia (pag. 2 di 2) - Vai a pagina
1
Come
ottimizzare un'immagine da teletrasmettere per posta elettronica per farla semplicemente vedere a chi la
mando ?
Ancora
oggi ci sono colleghi e non che, per mandare in sola visione le
immagini, intasano inutilmente le caselle di posta elettronica mandando
files di 1-2Mb quando potrebbero ridurre quella stessa immagine ad una
20ina di Kb.
|
E' un
giochetto, quello di ridurre le immagini digitali, che comporta una
manovra al PC di un paio di minuti, ma che porta un notevole risparmio
di costi telefonici.
Per
ridurre un'immagine per la visione a monitor, occorre portare
innanzitutto la risoluzione a 72Kb e poi salvarla in jpeg magari ad una
qualità media (7). Ancor meglio è quella di optare da Menù > File
> Salva per Web e verificare a monitor, cambiando i valori di
salvataggio, la qualità finale dell'immagine che si vuole inviare per
via telematica.
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Su
una foto digitale dove inserisco/leggo la didascalia ?
Dalla
barra di menù del Photoshop™ > File >Info
sul file si apre una finestra nella quale è possibile inserire
informazioni dell'immagine (nome dell'autore, didascalia ecc.) in modo
che chi la utilizza (photo-editor, picture-editor, responsabile
selezione foto di un giornale, grafico…) saprà i relativi dati da
trascrivere nell'impaginato finale.
Torna
su |
Posso
aumentare il dettaglio di una foto digitale ?
Sì,
è possibile portare un'immagine di 3Mb fino al triplo (9Mb) senza dover
perdere sostanzialmente la qualità dell'immagine.
Esistono
degli ottimi software di interpolazione, nemmeno tanto costosi (ca.
150-200,00 euro)
per raggiungere buoni risultati.
In
mancanza di software, occorrerebbe attenersi alla seguente procedura più
artigianale e meno prodigiosa: |
da
Photoshop™ > Menù > File > Nuovo Documento > stabilire
dimensioni immagini finale e pixel > trascinare l'immagine da
"ingrandire" clikkando con lo strumento "sposta" sul Nuovo
Documento > File > Modifica > Trasforma > Scala > Tasto
Maiuscolo e allargare l'immagine > clikko all'interno per eseguire
trasformazione > Salva > assicurarsi che l'impostazione di
salvataggio nella finestra che si apre sia di tipo "bicubico".Il
gioco è fatto!
Che rapporto c'è tra pixel
di una foto
digitale e foto su pellicola?
I pixel (Picture Element) sono i puntini che costituiscono una immagine
digitale a mappa di bit. Il numero totale dei pixel di una foto indica
la sua risoluzione, ovvero i dpi ("di-pi-ai": pixel per pollice).
Il pixel è così piccolo che, per capire in cosa consiste, occorrerebbe
ingrandire un file fotografico oltre il 100% con lo strumento "lente di
ingrandimento" del Photoshop: si presenta sotto forma di quadratino
colorato, in un mosaico di altri quadratini (pixels) altrettanto
colorati e di sfumature diverse che insieme compongono l'immagine.
Se invece viene ingrandita una foto da un fotogramma su pellicola, si
ottiene di conseguenza l'aumento della cosiddetta grana che si presenta
appunto come una sorta di puntini in polvere granosa.
Più la pellicola fotografica ha una alta sensibilità (800-3200 ASA), più
sarà evidente tale grana evidenziabile all'estremo spingendo
l'ingrandimento di stampa finale.
Tornando alla foto digitale, si potrebbe dire che un file realizzato con
una fotocamera con sensore da 24milioni di pixels, tarando la
sensibilità di questa a 100ASA, corrisponde più o meno ad una foto
scattata su pellicola da 25-50ASA in formato 6x6: un file fotografico di
questo tipo potrebbe essere ingrandito e stampato anche per un manifesto
pubblicitario 6x9mt.
Altra caratteristica di un file fotografico è che esso può essere
artificiosamente ingrandito ulteriormente: aumentarne il numero di
pixels. Come? Con il Photoshop è sufficiente ricampionare l'immagine:
Menù / Modifica / Dimensione Immagine / Opzione Bicubica: OK /
aumenta dpi o anche dimensioni lati / Salva
Ma ci sono anche altri software di interpolazione immagini che
consentono questa operazione in maniera più precisa in quanto gli
algoritmi interni a questi sono studiati appositamente per lo scopo.
Bisogna in ogni caso ricordare che tale processo di ingrandimento
interpolato dell'immagine digitale, dovendosi inventare dei pixels
inesistenti nel file originale, porta ad avere delle sbavature specie
sui contorni di esso che però possono essere corrette in modo
accettabile intervenendo in Photoshop con una maschera di contrasto.
L'interpolazione, l'ingrandimento forzato di un fotogramma su pellicola
invece non è possibile a meno che non si sia intervenuti a monte:
sviluppando la pellicola a temperatura più bassa e agitando più
lentamente la tank per lo sviluppo. In tal modo si avrà il massimo
dettaglio (i corrispondenti dpi della foto digitale) di una foto
analogica.
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Qualsiasi
immagine che vedi, anche se fatta da un dilettante è coperta da diritto
d'autore; pertanto ogni immagine che tu voglia utilizzare dovresti
corrispondere un adeguato compenso in base ai tariffari vigenti (TAU
Visual, SIAE, Gadef, Odg…).
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Per
ulteriori informazioni in merito, dai una sbirciata qui:
http://www.fotografi.org/diritto.htm
Testo
di Marco Maraviglia
riproducibile gratuitamente per uso personale; assolutamente vietata la
riproduzione, anche parziale, per la commercializzazione.
Questi
suggerimenti vogliono essere un aiuto per chi si accinge a scansionare o
scandire le proprie foto con un qualsiasi scanner oggi in commercio.
Dividerò questi appunti in due sezioni :
*
la
scansione
*
la
compressione
La
Scansione di immagini a colori:
Si
possono scansionare immagini provenienti da foto o da libri e riviste.
Nel secondo caso bisogna tenere presente l'effetto 'Retino' che tutte le
immagini provenienti da libri o riviste possiedono a causa del sistema
di acquisizione e riproduzione (stampa) adoperato nel settore editoriale
(l'occhio normalmente non vede il retino, ma lo scanner si, e lo
riproduce). Invece le foto che ci consegnano i laboratori fotografici
sono esenti dall'effetto 'retino' che si manifesta, nell'immagine
scandita, come una sgradevole ma evidente retinatura con degrado
dell'immagine finale. Quasi tutti i programmi forniti con lo scanner
hanno l'opzione "elimina o riduci retino" (chiamato anche 'descreen').
Scanner
altamente professionali hanno invece la possibilità di poter deretinare nella stessa identica percentuale di retino di stampa
dell'originale da scansionare, ma occorrerebbe effettuare delle prove
per scegliere la %le di deretinatura a meno che non conosciate già
questo valore o avete una tale esperienza che analizzando l'originale
con un conta-fili (lentino) ne riconoscete la %le. Attivate quindi,
l'opzione di deretinatura (descreen) se ciò che riprendete viene da
libri o riviste. Guardate la differenza tra la prima immagine, in cui
non si vede il retino e la seconda dove appare evidente la retinatura.
BIT (profondità
colore):
Alcuni
scanner hanno la possibilità di impostare i BIT per la profondità di
colore. Si tenga presente che per 1 BIT per ogni Pixel si ottiene
un'immagine a 2 colori.
Risoluzione
(DPI):
Un
altro parametro importante da considerare è la Risoluzione di
scansione, normalmente espressa in DPI con valori che partono da 75 fino
a 9000 dpi (Dot Per Inches = punti (o pixel) per pollice quadrato).
Maggiore è la risoluzione con cui si acquisisce, maggiore è la quantità
di informazione presente nell'immagine finale, cioè otterremo un'
immagine ricca di particolari, di toni colore, più fedele all'immagine
di partenza; avremo cioè, una migliore DEFINIZIONE di immagine. Solo
che all'aumentare della risoluzione, aumenta in modo esponenziale la
dimensione fisica: lo spazio che l'immagine occuperà sul nostro computer.
Diamo
ora un' occhiata a queste coppie di valori dimensione/risoluzione e
relative grandezze in MB, in riferimento a due dimensioni classiche: un
foglio in formato A4 (cm 29,7 x 20, 8 cm) e una fotografia 10x15 cm,
standard fornito dai fotografi:
Risoluzione in DPI
|
Spazio richiesto per A4
|
Spazio richiesto per foto 10x15
|
100
|
3
MB
|
690
Kb
|
150
|
6
MB
|
2
MB
|
200
|
11
MB
|
3
MB
|
300
|
24
MB
|
6
MB
|
600
|
98
MB
|
24
MB
|
1200
|
391
MB
|
97
MB
|
9600
|
N.C
|
6
GB
|
E'
facile capire come, nella ricerca di una ottima qualità di scansione
NON va assolutamente trascurata la dimensione che occuperà. Sarà
sempre necessario un compromesso soprattutto in funzione di ciò che
faremo con l'immagine acquisita. Per elaborare immagini già da 10MB occorre
molta RAM, almeno 128MB e processori veloci.
Ora
consideriamo alcune cose che ci aiuteranno nelle scansioni, poi trarremo
delle conclusioni:
-
quanto è
grande l'immagine, in centimetri, che vogliamo scansionare?
-
cosa dobbiamo
fare con l'immagine una volta acquisita? conservarla? stamparla?
ingrandirla?
Se
l'immagine che riprendiamo andrà stampata senza ingrandirla, è
sufficiente una risoluzione di scansione di 75 dpi, massimo 100. Provate
e vedrete che, se usate una carta adatta alla stampa di immagini, la
qualità della vostra riproduzione sarà molto vicina all'originale.
Come vedete, non faccio riferimento alla dimensione dell'originale, per
cui quanto su esposto è valido per qualunque dimensione da riprodurre
in scala 1:1.
Se
invece dobbiamo ingrandire, in fase di stampa, l'immagine che
scansioniamo, teniamo presente questo esempio: abbiamo una foto 10x15
che vorremo stampare su un foglio A4 a tutta pagina, cioè circa 20x30,
il rapporto non è doppio rispetto all'originale, ma quadruplo e quindi
se con 10x15 in rapporto 1:1 avremmo usato una risoluzione di 75 DPI, a
tutta pagina dovremo utilizzare una risoluzione di 300 DPI per avere ,
indicativamente, una qualità simile all'originale. Molto probabilmente
andrà bene anche una risoluzione di 200 DPI, che ci consente di
mantenere una buona qualità ma soprattutto una dimensione (3MB) più
gestibile. Ovviamente
dovrete fare delle prove per verificare quanto detto, ma è una regola
comune esperimentare, anche perché ci sono variabili che devono essere
valutate per ogni singolo caso (per esempio una migliore nitidezza
dell'originale, oppure una dominante di colore, ecc.).
La
compressione di immagini:
Abbiamo
appena visto quanto sia importante valutare lo spazio che occuperà
un'immagine: per non occupare troppo spazio sul nostro hard-disk e non
appesantire il lavoro della cpu quando si lavora sull'immagine; c'è un
altro motivo importante da tenere presente: INTERNET. Oggi è molto
facile avere a che fare con trasferimenti di immagini, per esempio
spedire via e-mail una foto della nostra ragazza allo zio che sta in
Brasile. Bene, se inviamo un immagine di 1MB via Internet, con un modem
a 56Kbps, in condizioni di normale affollamento delle linee telefoniche,
ci andrà bene se ce la caveremo con 20 minuti di collegamento, e con
quello che costa il telefono......Parliamo un pò di formati grafici;
avrete notato che ai files, per essere riconosciuti si assegna un nome
(salva come.........); il programma che ci chiede con quale nome
vogliamo salvare il file, provvede ad assegnare, di default, anche
un 'cognome' cioè quelle tre lettere, precedute da un . che formano
l'ESTENSIONE del file, cioè ci dicono a che famiglia appartiene il file
stesso. Di estensioni grafiche ne esistono davvero molte: .jpg - .bmp -
.gif - .pcx - .tif - .tga -.png - . iff - .psd - .crp - .wmf - .eps -
ecc.ecc. e poi ci sono i formati grafici vettoriali, e chi più ne ha più
ne metta. Tante estensioni esistono perché quando una casa di software
produce un programma di elaborazione grafica può decidere di adoperare
un estensione 'proprietaria' cioè il salvataggio dei file produrrà un
estensione che sarà gestibile solo da chi possiede una copia del
programma stesso che ha generato il file. Non discuto su queste scelte
manageriali. Quando, nei tempi passati, queste Softhouse hanno poi
capito che troppe estensioni proprietarie creavano solo impedimenti allo
sviluppo commerciale dei loro prodotti, hanno deciso di collaborare
perché ognuno dei programmi da queste Case fatto potesse riconoscere e
leggere anche le estensioni proprietarie delle Case concorrenti. I
formati grafici che si sono, a questo punto, più diffusi sono : jpg,
bmp, gif.-
Quando
guardiamo una foto sul monitor vediamo un prato, una casa, un fiume, il
cielo, una persona, ma il file dell'immagine non li contiene così come
li vediamo, contiene solo delle informazioni che dicono al programma che
stiamo utilizzando per guardare la foto: nella coordinata x y dello
schermo mi metti un punto di colore verde, in quella accanto un punto di
colore verde pallido, ecc, ecc., poi ci sono informazioni sulla
dimensione dell'immagine e così via. Più l'immagine e ricca di
informazioni, più è grande il file. Qualcuno, senza fare nomi, ha
scoperto come ridurre la dimensione del file variando la codifica
delle informazioni ivi contenute; per fare ciò è necessario un
algoritmo che si dice di 'compressione'. Il formato JPG è di gran lunga
il formato più usato per la compressione delle immagini, possiede un
ottimo algoritmo di compressione, ed inoltre è possibile decidere il
'fattore di compressione che vogliamo adoperare: più comprimiamo
l'immagine, meno spazio occupiamo, più perdita di definizione abbiamo;
si, avremo, una volta deciso il valore di compressione, una modifica
irreversibile della qualità dell'immagine. Anche qui è valido il
concetto che dovremo accettare un compromesso tra qualità e dimensione
immagine. Un
consiglio che vi do e quello di non comprimere mai troppo: in una scala
da 1 a 10, dove 1 equivale alla massima compressione ma anche alla
massima perdita di qualità, state su 6 o 7: avrete una buona
compressione ed ancora una buona qualità nell'immagine. Per esempio,
un' immagine che occupa 1,5MB, salvata in formato .jpg con un fattore di
compressione 7 produrrà una immagine che sarà come dimensione circa
45Kb. Un bel guadagno, non c'è che dire. E senza grossa perdita di
definizione. Con un modem a 56Kbps, in Internet, 45Kb impiegano meno di
8 secondi a passare.
Un
ultimo avviso: è possibile convertire un formato già esistente, per
esempio una bmp, in jpg semplicemente aprendo un programma di
grafica, aprendo l'immagine e risalvandola selezionando il formato
jpg. Tenete presente che se aprite un file che è già in formato jpg,
risalvandolo in jpg lo comprimerete ulteriormente, con conseguente
decadimento della qualità. Fate delle prove...
(pag.1 di 2)
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