Un
libro non è "per sempre" come un diamante, ma…
Il destino dei libri
Brutto destino per i libri se non si corre
in tempo ai ripari.
Il patrimonio librario internazionale è
“sotto i riflettori” da parte di organizzazioni di tutto il mondo che
sinergicamente stanno affrontando il problema dell’invecchiamento dei
libri antichi.
In effetti il problema non è il semplice
invecchiamento, ma il processo di decomposizione della carta generato da
reazioni chimiche provocate da fattori esterni ambientali e logistici
della conservazione dei libri.
La cosa riguarda maggiormente anche i
libri pubblicati dal 19° secolo in poi perché la carta di questi è più
acida e quindi più facilmente deperibili in quanto nella sua lavorazione
vengono utilizzati dei collanti resinosi sintetici che recidono le
catene molecolari di glucosio presenti nella cellulosa.
Un metodo preventivo ci sarebbe:
aggiungere del carbonato di calcio alla cellulosa per rendere le pagine
più resistenti, ma si tratta di un accorgimento costoso e le case
editrici, per lo più, non si curano della durabilità di un libro.
Tale atteggiamento mi ricorda un po’ Il
film L'uomo che visse nel futuro (1960) di George
Pal. Il protagonista, proiettato nel futuro (oltre l’anno 800.000),
trova un mondo dove l'umanità è divisa in due: in superficie vive una
popolazione di giovani molto belli e gentili, ma apatici; sottoterra ci
sono i terribili Morlock, che si cibano degli umani in superficie. Il
protagonista, viaggiatore nel tempo, chiede ad una ragazza "di sopra" se
ci sono dei libri che gli possano raccontare la storia. "Libri?" chiede
la ragazza un po' stupita "Ah, sì, mi pare che ce ne siano, di là". E,
infatti, di là i libri ci sono: ma sono così vecchi e abbandonati che,
appena il protagonista ne prende in mano uno, il libro si sbriciola;
e la stessa fine tocca a tutti gli altri, ormai inservibili.
La metafora del film è
per rapportarla ai contenuti editoriali dei nostri giorni in cui vediamo
sempre meno personaggi di grande levatura culturale ma più veline e
“non-contenuti”. Imperversano libri auto-prodotti pur di avere il
piacere di vedere pubblicato il proprio libro, inutili manuali “di
tutto” e gli editori ci mettono il loro, trascurando la durabilità dei
libri nel tempo.
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Prevenzione del
libro
Per conservare il Sapere affinchè non si
verifichino in un futuro poi non tanto remoto, episodi come quello del
film di George Pal sopra accennato, occorre quindi iniziare a
considerare la prevenzione dei libri come obiettivo costante, dalla loro
produzione alla conservazione fino al restauro.La prevenzione a monte,
nella fase produttiva, consterebbe come abbiamo visto, nel sostenere
costi più alti utilizzando carte meno acide. Non solo. Una solida
copertina con una certa abbondanza, una custodia traspirante per il
libro, farebbero già la loro parte. Una soluzione ideale per libri di
una certa importanza, sarebbe quella di stamparne su tirature
differenziate con:
-
Carta di
pregio: a
tiratura limitata per copie da destinarsi alle biblioteche e ad un
pubblico più sofisticato.
-
Carta convenzionale:
per
una fascia di pubblico medio che vorrebbe il proprio libro ben
mantenuto almeno per i successivi 30 anni.
-
Carta riciclata:
che, anche se fa tanto bene alle foreste, significa
comunque destinare il libro ad un rapido ingiallimento(v.Greenpeace).
Prevenzione
libri antichi
Un
sistema abbastanza immediato per tamponare la decomposizione dei libri
antichi, è quello di deacidificare interi blocchi di volumi senza
smontare le legature: si effettua disidratazione dei fondi librari per
poi impregnarli con un agente deacidificante che neutralizza gli acidi
presenti nella carta. Tale processo consente di creare una riserva
alcalina che depositandosi sulle fibre della carta, rallenta le reazioni
acide. L’efficacia del sistema però, non è stimabile sulla lunga durata
ed inoltre è costoso dato il tipo di attrezzature da impiegare.
Inoltre la
conservazione del libro giocata in termini di prevenzione non contempla
solo la fruizione del libro di per sé, ma anche le condizioni ambientali
in cui esso è conservato basandosi tra l’altro, sui principi stabiliti
dall’IFLA (International
Federation of Library Associations and Institutions,
e sul d.p.R. 418/1995 relativo alle norme anti-incendio.
E’ un progetto pilota
finanziato dal programma europeo di azione comunitaria “Leonardo Da
Vinci” e nasce per creare una “mappa delle competenze” per la
conservazione preventiva del patrimonio librario su supporto
tradizionale o digitale.
Il progetto coinvolge
istituzioni internazionali come l’Istituto di Patologia del Libro,
l’UNESCO, L’ICCROM (The International Centre for the Study of the
Preservation and Restoration of Cultural Property), ed altri forum del
mondo accademico e bibliotecario della Finlandia, Francia, Spagna e
Regno Unito.
Se intendi
approfondire la conoscenza del progetto, puoi visionare
qui
il
rapporto sulla conservazione preventiva dei documenti anche se l’Istituto
centrale per lai Patologia del Libro fa sapere che trattasi di un
incessante work in progress per definire una ”Good Practices Schedule
for Preventive Conservation” (ossia una lista in cui vengano
elencate le attività di conservazione preventiva) che, una volta
costituita, produca un aumento delle idee e delle risorse per le
finalità del progetto.
L'istituto centrale di patologia del libro è un organismo del Ministero
per i beni e le attività culturali e svolge in autonomia funzioni di
ricerca, indirizzo e coordinamento tecnico nel settore della
conservazione e restauro. Sul loro sito vi sono illustrate le procedure
di conservazione e restauro del libro effettuate in laboratorio con
particolari strumentazioni.
Strumentazione per la conservazione ed il restauro del libro
-
Datalogger:
misuratore di umidità e
temperatura ad alta precisione.
-
Psicrometro digitale:
strumento adottato per il controllo delle condizioni microclimatiche
dei locali che ospitano il materiale librario.
-
Termoigrografo:
apparecchiatura per la registrazione simultanea della temperatura e
dell'umidità relativa riscontrabile negli ambienti.
-
Luxometro:
strumento per la misurazione dell'intensità della luce a cui sono
esposti i libri.
-
Aqua-boy:
misuratori superficiali in grado di valutare il livello di umidità
presente negli intonaci.
-
Contenitori iso-igro-termici:
progettati per garantire perfette condizioni microclimatiche durante
il trasporto di materiale librario.
-
Strumentazioni per il
riconoscimento presenza di amido
-
Strumentazioni per analisi
spettroscopiche
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Il Book
Sniffing: come ti sniffo il libro per salvarlo dal
degrado
Il booksniffing nasce come pratica
feticistica dall’infanzia, quando immergevamo il volto nelle pagine di
“Topolino” o di “Tex Willer” per odorarne tutto il fragore
dell’inchiostro e della carta. A volte ci capita ancora in età adulta di
annusare le pagine di un libro che ci piace, è un modo per attivare
altri sensi per farci avvolgere ancor più dalla bella storia che stiamo
leggendo.
Ma al di
là del feticismo, annusare libri è una pratica goliardica molto diffusa
nel mondo anglosassone dove c’è chi addirittura ne fa un
manifesto
attirando altrettanti inalatori di libri garantendo che fiutare libri
migliora le aspettative di vita.
Fortunatamente una sorta di
book sniffing è stato preso in seria considerazione
scientifica dall’Università di Cambridge per prevenire i danni e il
deterioramento di libri antichi della propria biblioteca.
La
ricerca si basa sul fatto che i libri emettono un odore acido quando
iniziano a decomporsi per il loro invecchiamento e pertanto i
restauratori della biblioteca inglese stanno prelevando campioni d’aria
in diverse zone di essa individuando quelle ad alto contenuto di acido.
I risultati dell’operazione saranno poi incrociati con gli stessi volumi
ma conservati in altre biblioteche al fine di capire come il modo di
conservazione dei libri abbia influito sul loro stato, considerando:
-
accostamento (errato) di libri in legatura di stoffa accanto a
quelli in cuoio o a contatto di libri con elementi metallici,
-
materiale delle scaffalature e logica sistemazione di esse,
-
il
tipo di luce (potenza in LUX –consigliati 50 lux-,) e dove essa è
diretta (con eventuali pellicole di assorbimento UV sul finestrato),
-
temperatura,
-
percentuale di umidità,
-
sistemi di condizionamento (tra cui umidificatori e deumificatori) e
dove essi sono posizionati,
-
vibrazioni dei locali,
-
materiale costruttivo della biblioteca (tufo, cemento armato…),
-
infissi capaci di non far passare polveri o altri agenti
atmosferici,
-
n°
di visitatori al giorno negli ambienti,
-
tipo
di prodotti detergenti utilizzati per la pulizia ordinaria delle
biblioteche,
-
densità di traffico urbano esterno
-
inquinamento atmosferico esterno
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L’analisi dei gas emessi dalla carta consentirà quindi di salvare in
tempo i libri a rischio.
Inoltre
c’è la teoria, dei suddetti ricercatori, che anche libri più moderni che
si trovano in stessi ambienti di quelli in fase di invecchiamento,
possano essere contaminati dai gas acidi prodotti da questi ultimi
accelerandone la fase di decomposizione. Nel frattempo l’installazione
di particolari filtri negli impianti di aria condizionata in tali
biblioteche, tratterrà le particelle organiche dell’atmosfera,
contribuendo a rallentare l’autodistruzione dei libri.
Nel 2009 saranno
pubblicati i risultati di questa ricerca, ma probabilmente quel sapore
di antico delle biblioteche, sarà perso per sempre.
Il
restauro del libro
Attualmente il metodo di restauro del libro viene tutelato dal Ministero
per i Beni Culturali, Ufficio Centrale per i Beni librari e gli Istituti
culturali. Tale metodo viene denominato "Restauro non invasivo":
con il recupero e il restauro delle parti danneggiate, si cerca di non
"aggredire" il libro, trasformandolo secondo un proprio criterio, ma di
conservarlo il più possibile nella sua forma originaria.
FASI
DEL
RESTAURO DEL LIBRO
-
Fase
di schedatura che comporta:l'analisi del libro, della sua
composizione e delle sue malattie e danni
-
Pulitura e smontaggio del libro
-
Lavaggio ad acqua per pulire e disinfettare
-
Rincollaggio per rinsaldare la carta e gli inchiostri
-
Rattoppo manuale con l'uso di carta giapponese e colle reversibili
-
Rinforzo delle arti marcite
-
Restauro meccanico della carta, usato in casi estremi di documenti
molto deteriorati
-
Rimpaginatura e cucitura simile all'originale
-
Rifacimento di capitelli e cuffie
-
Montaggio della coperta del libro
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Consigli utili per la conservazione del
libro in casa
Come conservare un libro e prevenire i
danni:
-
per
tenere il segno durante la lettura, utilizzare segnalibri e non
piegare gli angoli delle pagine
-
non
scriverci sopra con biro, evidenziatori, ma usa un foglio a parte
per le annotazioni o il nostro
segnalibro intelligente
-
non rigirare le pagine su se stesse
-
non
inumidirti le dita per girare le pagine
-
non
custodirlo in librerie chiuse, ma su scaffali aperti
-
i
libri non devono essere stretti tra loro sugli scaffali
-
posizionare i libri sugli scaffali verticalmente: messi di piatto il
peso di quelli che stanno sopra causerebbero la scollatura del dorso
di quelli che stanno sotto
-
estrarre il libro dagli scaffali con cura ed afferrandolo per metà
del dorso e non dal lato superiore di esso
-
se
lo prendi dopo molto tempo, prima di aprirlo, passa un pennello sul
blocco superiore delle pagine per rimuovere la polvere
-
specie se si trova in un ambiente umido, arieggiarlo almeno ogni 2-3
mesi
-
non
esporlo alla luce diretta del sole (la luce provoca quell’ingiallimento
dei margini delle pagine)
-
non
tenerlo vicino a fonti di calore (un libro si conserva bene a
18-20°)
-
non
tenerlo in ambiente umido (se hai un igrometro, accertati che
l’umidità relativa sia del 45-65%)
-
non
leggerlo in cucina, né in prossimità di tazze di caffè o merendine
cremose
-
non tentare di
riparare eventuali danni con scotch o vinavil, ma portalo ad un
restauratore di libri !
Marco Maraviglia
Per
ulteriori approfondimenti sul restauro e conservazione del libro:
http://restauro-del-libro.blogspot.com/
(con un interessante slideshow)
http://www.forum-restauro.org/forum/